Diminuisce l’incertezza: la ripresa prende forma
02 giugno 2020
Durata video 7:00
Jenna Dagenhart: Buongiorno e benvenuti su Asset TV. Jan Van Eck, CEO di VanEck, ci presenta le sue prospettive d’investimento per il prossimo trimestre. Jan, c’è chi pensa che il mercato azionario sia decisamente sopravvalutato dopo il rimbalzo dai minimi di marzo. È il caso di preoccuparsi per i propri portafogli?
Jan Van Eck: In realtà penso che gli investitori possano tranquillamente mantenere le proprie allocazioni strategiche in azioni e obbligazioni. Si tracciano ancora scenari potenziali molto negativi, ma credo che ormai siano superati. Vediamo perché.
Una cosa è sicura riguardo ai mercati: odiano l’incertezza. A marzo i livelli d’incertezza erano altissimi, soprattutto riguardo alla possibilità di rallentare la curva dei contagi. Oggi invece è chiaro che tutti i Paesi, prima o poi, riescono a contenere l’epidemia di coronavirus e quindi l’incertezza è uscita di scena. Abbiamo un’ottima visibilità sulla ripresa da questa recessione.
Aggiungo solo una cosa: ormai sappiamo che si tratta di una recessione perché i prezzi del petrolio e del rame non sono scesi sotto i minimi del 2015, quando la Cina aveva registrato una mini recessione. Non ha senso pertanto preoccuparsi di una potenziale depressione, che rappresenta uno scenario del tutto improbabile.
Jenna Dagenhart: Se l’economia è in recessione, quanto sarà profonda e come sarà la ripresa? Di recente il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha dichiarato in un’intervista a 60 Minutes della CBS che l’economia si riprenderà, ma si potrebbe dover aspettare fino alla fine dell’anno prossimo.
Jan Van Eck: Sappiamo che diversi settori economici si trovano in grande difficoltà, come dimostra il tasso di disoccupazione. Confermo quindi il nostro giudizio, che coincide sostanzialmente con il consensus di mercato. A nostro avviso, alcuni settori e imprese, che hanno implementato facilmente il lavoro a distanza non risentono affatto della recessione, come gli eSport e Amazon. Altri comparti, invece, come le banche, saranno duramente colpiti dal forte aumento delle insolvenze. Ovviamente anche il settore energetico è stato particolarmente penalizzato dalla crisi.
Inoltre, l’esempio cinese indica che trascorrerà un certo tempo prima di poter riprendere determinate attività finché non sarà disponibile un vaccino. In Cina, ad esempio, i passeggeri delle metropolitane si attestano ancora al 60% dei livelli normali dell’anno scorso nei giorni lavorativi e al 50% nel fine settimana, quando gli spostamenti sono maggiormente collegati al tempo libero e all’intrattenimento. Se la Cina ci precede di circa due mesi, questi dati dimostrano che la ripresa procede a ritmo disomogeneo e ci vorrà ancora parecchio tempo per tornare a una situazione di equilibrio. Tuttavia, se a marzo predominava l’incertezza, oggi abbiamo un’ottima visibilità e possiamo mantenere con fiducia le allocazioni di portafoglio.
Jenna Dagenhart: Si sente dire anche che l’oro potrebbe salire oltre i 2000 dollari [l’oncia]. Cosa ne pensa?
Jan Van Eck: L’hanno detto sia Merrill Lynch sia Morgan Stanley. Il motivo principale per investire nell’oro è che i tassi d’interesse reali sono negativi, un fattore che dà forte supporto alle quotazioni aurifere. In second’ordine, se sappiamo che la recessione durerà a lungo, la Banca centrale dovrà continuare a intervenire a sostegno dell’economia. In genere, gli interventi di stimolo monetario tendono a favorire l’oro.
Vorrei sottolineare che un livello di 1800 dollari l’oncia rappresenta un importante livello tecnico per le quotazioni aurifere, che negli ultimi 10 anni non è mai stato superato. Non sono un analista tecnico e ho già spiegato il motivo fondamentale per cui consiglio di detenere oro. Tuttavia, finché l’oro si mantiene sotto la soglia di 1800 dollari, come adesso, è opportuno portare l’esposizione al massimo livello ammesso, che per molti investitori si attesta al 5-10%. Non è troppo tardi per investire nell’oro. Mettiamola così: se il prezzo dell’oro dovesse superare 2000 dollari l’oncia e continuasse a salire, allora sarebbe opportuno realizzare una parte dei profitti accumulati.
Jenna Dagenhart: Alla luce degli stimoli ingenti e degli aggressivi programmi di acquisto di obbligazioni della Fed (Federal Reserve), pensi che il reddito fisso offra opportunità d’investimento?
Jan Van Eck: Sì, lungo l’intero spettro. Anche in questo caso, sono un po’ meno cauto di altri. Il comparto investment grade non ha niente che non vada, ma assisteremo a un flusso elevato di emissioni da parte delle società dei settori più penalizzati. Anche gli emittenti municipali dovranno raccogliere ingenti fondi. La Fed ha dichiarato che effettuerà acquisti di obbligazioni, direttamente o indirettamente, e quindi è improbabile che i tassi d’interesse registrino un’impennata.
Sai già che mi piace parlare di quello che succede in Cina. Vale la pena notare che i tassi d’interesse complessivi cinesi sono diminuiti, ma la differenza è che sono calati anche i tassi d’interesse sul debito aziendale. Da noi, invece, i tassi d’interesse sulle obbligazioni high yield hanno segnato un’impennata e si mantengono tuttora su livelli elevati. Quindi, le condizioni più agevoli in Cina dovrebbero indicare a loro volta una ripresa globale dalla recessione.
Jenna Dagenhart: Per finire, Jan, ci sono altri fattori in grado di trainare i mercati? Hai qualche altra osservazione circa la pandemia di coronavirus e il suo impatto sui mercati?
Jan Van Eck: Come già in passato, è interessante seguire l’andamento dei settori a più alta crescita. È incredibile che i titoli growth siano riusciti anche quest’anno a sovraperformare i value. Questa dinamica dimostra ancora una volta che il mercato è relativamente intelligente e sconta correttamente l’evoluzione di questa recessione. L’unica incognita è ovviamente il vaccino: secondo me il mercato si aspetta che un vaccino sia disponibile entro la fine di quest’anno, ma non sappiamo su quale scala. Se fosse pronto prima sarebbe una sorpresa positiva e se arrivasse più tardi sarebbe ovviamente una sorpresa negativa, che farebbe aumentare i fallimenti aziendali e la distruzione di credito nei settori in cui è necessario che i dipendenti tornino al lavoro e ricomincino a viaggiare.
Jenna Dagenhart: Jan, la ringrazio del suo tempo e delle sue analisi. Ė stato un piacere averla qui con noi.
Jan Van Eck: Il piacere è tutto mio, Jenna.
Jenna Dagenhart: Grazie ai nostri spettatori. Abbiamo ascoltato Jan Van Eck, CEO di VanEck. Per ricevere aggiornamenti periodici dagli esperti di VanEck, visitare la pagina vaneck.com/subscribe. Jenna Dagenhart, Asset TV.
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