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Market timing, un gioco senza senso

02 ottobre 2020

 

Nei mercati azionari stiamo assistendo a un gioco di attesa. Il contrasto tra profonde recessioni e mercati di alcuni paesi ai massimi storici ha creato diffidenza e gli investitori attendono una correzione significativa prima di cominciare a investire (di nuovo).

E ricordano con nostalgia le precedenti crisi di mercato, quando importanti correzioni si dimostravano opportunità di acquisto significative. Ad esempio, durante la crisi finanziaria globale del 2008, l'MSCI World Index rappresentativo di importanti azioni globali subì un calo di quasi la metà (48%). Nel crollo dei titoli "dotcom" del 2002 si verificò una correzione del 55%. Sperando in un'opportunità di acquisto simile, gli investitori attendono con notevole pazienza.

Capisco bene questa logica. È naturale in momenti di grande incertezza per qualunque persona avversa al rischio, me compreso. Si cerca di evitare di entrare nel momento sbagliato perché il mercato potrebbe scendere ancora di più. Ma se fossimo già sui minimi? Se nemmeno gli investitori professionali attivi che si avvalgono di numerose risorse non sono in grado di definire il market timing più corretto, che speranze possono avere i normali investitori? Possiamo ritenere il market timing un gioco senza senso?

Ho già scritto sul market timing, ma proprio ora, in un momento così delicato, vorrei approfondirlo. Se fosse facile individuare il market timing, molti investitori ne avrebbero approfittato e tanti, me compreso, si sarebbero già trasferiti in qualche paradiso tropicale. Quindi, perché è così difficile?

Analizziamo più da vicino i motivi sottostanti.

Assurdità del timing dimostrata dai fondi attivi

Esistono molti fondi gestiti attivamente che provano a individuare il market timing, ma con scarso successo. Noti come fondi multi-asset, misti o bilanciati, i propri gestori si sforzano di investire in azioni, obbligazioni e liquidità passando dall'una all'altra nel momento che reputano più opportuno, nel tentativo di prendere la fase al rialzo ed evitare i ribassi. Questi ben remunerati gestori di fondi spesso si avvalgono di team di analisti e macro-economisti, nonché di elaborati modelli.

I loro sforzi, tuttavia, non aggiungono alcun valore. Ecco un esempio: Il nostro VanEck Multi-Asset Conservative Allocation UCITS ETF, che non passa attivamente da un’asset class a un'altra, ha ottenuto risultati migliori del 96% dei fondi nel suo gruppo di pari negli ultimi cinque anni (vedere la figura 1). Naturalmente parte di questo risultato è da attribuire ai suoi costi notevolmente più bassi. Non per niente Morningstar ha attribuito a questo ETF il premio come migliore fondo misto in euro del 2020.

Figura 1 – Il market timing non funziona

Confronto delle performance a 5 anni del VanEck Multi-Asset Balanced Allocation UCITS ETF con il gruppo di pari Morningstar Cautious Allocation – Global in Euro

Il market timing non funziona

I risultati passati non costituiscono un indicatore affidabile dei risultati futuri. Fonte: analisi di Morningstar, VanEck. Dati aggiornati al 31 agosto 2020. Il gruppo di pari è composto da 534 fondi, sia attivi che passivi. Per ciascun fondo è utilizzata la classe di azioni più vecchia disponibile.

Quattro motivi per definirlo inutile

Perché è così difficile entrare e uscire dai mercati al momento giusto? A posteriori è facilissimo spiegare cosa è successo;

1. è invece difficile prevedere il futuro. Per utilizzare un'analogia, anche i modelli di computer più avanzati non riescono a fare previsioni meteo accurate. Lo stesso vale per i mercati finanziari, dove azione e reazione possono essere imprevedibili Ad esempio, se i mercati dei capitali crollano, è probabile un intervento delle Banche centrali. Quando e come succederà è spesso imprevedibile e porta a reazioni dei mercati dei capitali a loro volta inattese, che generano confusione negli investitori. In breve, le reazioni dei mercati sono decisamente imprevedibili a causa di variabili note e sconosciute.

2. Ciò che è già avvenuto in passato non costituisce un'indicazione per il futuro. Perché? Le dinamiche cambiano e come afferma lo scrittore americano Mark Twain "la storia non si ripete, ma fa rima con se stessa". Quando è iniziata la crisi scatenata dal coronavirus a marzo 2020, sono bastate appena poche settimane perché la Banca centrale europea introducesse l'allentamento quantitativo o gli acquisti di obbligazioni, molto meno dei tre anni che erano stati necessari dopo la grande crisi finanziaria. Anche i cambiamenti strutturali macroeconomici influenzano gli eventi, come i tassi d'interesse odierni ai minimi storici. Questa situazione solleva un quesito: qual è il multiplo corretto sulle valutazioni (vedere anche il mio intervento di agosto)?

3. Non dimentichiamo il fattore psicologico. Avrete sentito parlare dei pregiudizi comportamentali degli investitori, come il comportamento imitativo o l'avversione al rimpianto. Gli studiosi hanno scoperto che le emozioni svolgono un ruolo importante nel prendere decisioni di investimento. La paura della perdita supera la gioia della vincita. Parlo per esperienza quando affermo che i ricordi delle perdite sono molto più vividi di quelli dei guadagni.

4. Non dimentichiamo il costo opportunità. Attendere finché un'azione o un indice non siano tornati su un livello precedente significa non considerare il reddito da dividendi. Il livello di prezzo delle azioni e di molti indici non include i dividendi e pertanto non offre un quadro completo. Ad esempio, l'indice S&P 500 ha raggiunto il picco a ottobre 2007 e successivamente a marzo 2009 è crollato ai minimi, tornando sui massimi solo a marzo 2013. Reinvestendo però i dividendi, l'S&P avrebbe recuperato quanto perso già ad aprile 2012 (vedere la figura 2). Chiunque fosse rimasto in attesa di una flessione avrebbe perso sia il rialzo sia i dividendi.

Figura 2 – Ritorno dell'indice S&P 500, riportato su base 100 il 10/9/2007 (prima del picco della crisi)

Ritorno dell'indice S&P 500, riportato in base 100 il 10/9/2007

I risultati passati non costituiscono un indicatore affidabile dei risultati futuri. Fonte: Analisi VanEck. Dati relativi al periodo 09/10/2007 – 28/03/2013. I dividendi sono al netto delle ritenute fiscali.

Quando la pigrizia è positiva

Se il market timing non funziona, cosa possiamo fare?

Investire, come tutti gli aspetti della vita, si basa sull'evitare rischi inutili. Puoi attraversare la strada senza guardare a sinistra e a destra ed è possibile che nessun autobus ti investa, tuttavia puoi ridurre notevolmente questo rischio semplicemente facendo attenzione. Lo stesso si può dire degli investimenti. È impossibile evitare tutti i rischi, così come guardare a sinistra e a destra non può impedire che un ciclista spericolato ti investa. Tuttavia vi sono rischi che possiamo ridurre.

Il fattore più importante per contenere il rischio è la diversificazione, a livello di asset class, società o tempo.

Ecco perché consiglio di restare sempre investiti, ma diversificando nei modi appena illustrati, preferibilmente attraverso ETF a basso costo. L'asset allocation dovrebbe essere adeguata nel tempo in base al profilo di rischio che può evolversi. La teoria finanziaria prevede che nel lungo termine si dovrebbe ottenere il cosiddetto "premio per il rischio", come remunerazione per aver messo i propri risparmi a disposizione di una società (o di un governo).

Mantenere gli investimenti offre inoltre il vantaggio aggiuntivo di richiedere meno tempo e, di conseguenza, calmare i nervi.

E diversificare nel tempo significa effettuare investimenti a intervalli regolari, ad esempio mensili, per evitare saggiamente l’inutile ricerca del market timing, cioè del momento migliore per entrare sul mercato.

VanEck Multi-Asset Conservative Allocation UCITS ETF è un comparto di VanEck ETFs N.V., un organismo di investimento domiciliato nei Paesi Bassi, registrato presso l'Authority for the Financial Markets (AFM) olandese e soggetto alla normativa europea in materia di organismi di investimento collettivo di cui alla Direttiva UCITS. Il comparto replica l'indice azionario ed è gestito da VanEck Asset Management B.V.

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