Perché investire in Bitcoin?
05 aprile 2021
Molti sono entusiasti del Bitcoin, ma in pochi hanno convinto un comitato d'investimenti a puntare sulla criptovaluta. Anziché scrivere il millesimo blog che esalta i Bitcoin, vi propongo la sintesi di un'intervista con Dan Tapiero, CEO e Managing Partner di 10T Holding e co-fondatore di Gold Bullion International. Ho incontrato Dan solo nell'ultima settimana del 2020, ma penso che la sua storia sia davvero illuminante. Ha di fatto convinto un'istituzione ad acquistare Bitcoin.
Questo blog fa parte della serie di blog e podcast che non usano tecnicismi per spiegare i Bitcoin agli investitori. Nei precedenti blog abbiamo cercato di spiegare gli eventi che hanno portato al rally del Bitcoin e di rispondere alla domanda, "cos'è il Bitcoin?". Per l'intervista completa con Dan, ascoltate il podcast.
ED LOPEZ, HEAD OF ETF PRODUCT, VANECK: Come investe in asset digitali?
DAN TAPIERO, CEO E MANAGING PARTNER, 10T HOLDINGS: 10T è un fondo di private equity focalizzato espressamente su società che si trovano nella fase intermedia o finale del loro ciclo di vita e che stanno crescendo nell'ecosistema degli asset digitali (il DAE, dall'inglese Digital Asset Ecosystem).
Abbiamo diviso il DAE in tre settori: gateway per l'ecosistema di asset digitali, servizi finanziari di prossima generazione e infrastruttura blockchain. E abbiamo selezionato da tre a cinque società di ciascun settore per il nostro portafoglio.
La situazione mi ricorda quella del 1995 o 1996 dal punto di vista dell'accesso a Internet. Perché dico questo? Perché nel 1995-1996 l'1% del mondo aveva accesso a Internet e oggi un po' più dell'1% del mondo detiene wallet o conti in criptovalute. Guardiamo ai prossimi dieci anni e tracciamo un parallelo con l'adozione di Internet, che nel frattempo è aumentata di 15 volte. Anche se avessimo solo in parte ragione sull'ecosistema di asset digitali – che al momento in realtà si espande più rapidamente – e questo crescesse solo di 5 o 10 volte, le società che abbiamo in portafoglio se ne avvantaggerebbero per tutto il prossimo decennio.
LOPEZ: In che misura il Bitcoin ha influenzato lo sviluppo di quell'ecosistema?
TAPIERO: Credo che senza Bitcoin non esisterebbe nulla. Il Bitcoin è essenziale. Al CEO di Global Macro Investor, Raoul Pal, piace chiamarlo: il "collaterale puro del sistema evolutivo". Si tratta di una garanzia di alta qualità, di fascia AAA, che farà da sottostante al sistema. Nel vecchio mondo, il mondo dei canali tradizionali, ci sono i Treasury e numerose obbligazioni parametrate ai Treasury. Per analogia, tutto quello che c'è al di là del Bitcoin comporta un grado di rischio più elevato. Credo, quindi, che il Bitcoin sia l'ancora dell'intero sistema.
LOPEZ: Ci sono sempre più voci secondo cui un numero crescente di investitori istituzionali starebbe adottando il Bitcoin. Perché investono in questa criptovaluta?
TAPIERO: Credo che lo facciano perché la considerano un asset de-correlato rispetto a qualsiasi altro attivo. A mio parere ha raggiunto una dimensione sufficiente, con un valore di mercato di 2-4 miliardi di dollari. Oggi, il Bitcoin rappresenta da solo mille miliardi dell'intera capitalizzazione delle criptovalute. C'è sufficiente liquidità nel mercato per costruire una posizione di discrete dimensioni. E poi il CME che ha introdotto i future su Bitcoin, e ora i future su ethereum. Gran parte del mondo istituzionale – compreso l'universo degli hedge fund – non può acquistare asset che non siano considerati valori mobiliari, ma può acquistare un future su qualsiasi cosa. Credo, quindi, che questo abbia giocato a favore del Bitcoin.
C'è anche da dire che nel vecchio mondo vi sono persone geniali. Paul Tudor Jones, che ha scritto un pezzo fondamentale l'estate scorsa, pensa che il Bitcoin possa essere uno strumento di copertura contro l'inflazione. Per me, è più una copertura contro il deprezzamento della moneta fiduciaria. Non credo che il suo scopo fosse sapere "Qual è il valore di questa nuova meravigliosa invenzione, il Bitcoin?", ma potrebbe anche essere. È, a mio avviso, il quadro che ha tracciato in quell'articolo di otto pagine, definendo il Bitcoin come "il cavallo più veloce", che ha parlato al cuore e alla mente delle istituzioni. Quando qualcuno come Paul esce allo scoperto e scrive un pezzo del genere, la gente lo ascolta.
LOPEZ: So che ha parlato con i comitati d'investimento in anticipo, per cercare di presentare il Bitcoin e indurli a incorporarlo nei loro piani. Può dirci quali sono gli aspetti su cui basano le proprie decisioni e che cosa li ha indotti a saltare il fosso?
TAPIERO: Ho presieduto il comitato d'investimento per il fondo di dotazione di una scuola, un fondo consistente. Avevamo Cambridge Associates come consulente. Nel primo trimestre del 2019 ho sottoposto al vaglio del comitato l'idea che avremmo dovuto effettuare un qualche investimento in Bitcoin. Ho chiesto a una trustee emerita – molto attiva in questo settore – di fare una presentazione. L'ha fatta e l'abbiamo discussa ipotizzando di "investire l'1% del fondo di dotazione in Bitcoin". Abbiamo perorato la causa, il comitato si è convinto e Cambridge ha autorizzato l'operazione. Anche chi non credeva a una sola parola di quel che si era detto, sapeva che avremmo rischiato solo l'1%. Ed è questo il tipo di tesi che Wences Casares, CEO di Xapo, ha portato avanti. Credo che sia una delle persone più autorevoli del settore, di quelle che può indurre la gente ad aprirsi a nuovi orizzonti. Abbiamo perorato la causa del Bitcoin e lo abbiamo acquistato direttamente, quindi ora ce l'abbiamo. Credo che, nel paese, siamo il primo fondo di dotazione di una scuola superiore a detenere direttamente Bitcoin.
È un asset che potrebbe vedere aumentare il valore di 10, 20 o 30 volte e la perdita massima sarebbe limitata all'1%. Se guardiamo all'operazione in quest'ottica – un'opzione non solo sul Bitcoin, ma quasi un'opzione sulla crescita di tutto questo mondo – e se siamo convinti che il futuro che ci aspetta sia anche solo un po' più digitale, allora capiamo che per noi questo è stato un modo estremamente semplice e comodo per esserne esposti. E sicuramente è più facile ora e non è neanche costoso. Ma bisogna lavorarci. Non puoi premere un pulsante e realizzare tutto magicamente. Però, onestamente, ne è valsa la pena. Il contributo al fondo di dotazione è stato positivo. Credo che più persone – più istituzioni – cominceranno a pensare in questi termini; il loro numero crescerà sicuramente. Solo che anziché investire l'1%, investiranno il 2% o il 3%. Quando si può quantificare il rischio, si riesce davvero a far breccia in quella mentalità conservatrice delle istituzioni.
LOPEZ: Quindi ora può realizzare ritorni asimmetrici, avere una minore correlazione e la possibilità di diversificare rispetto al resto del portafoglio. E poi c'è la storia del possibile futuro della finanza o dell'economia. Qual è la forza di ciascuno di questi argomenti?
TAPIERO: Non credo che il Bitcoin sia correlato ad altri asset. E questo è importante. Alcuni diranno "beh, se il Nasdaq cala del 30%, anche il Bitcoin scenderà"? Sì, anche il Bitcoin diminuirà, ma credo davvero che segua un proprio percorso. È l'asset più remunerativo della storia mondiale. Negli ultimi dieci anni ha guadagnato il 250% su base annualizzata. Non si tratta di un totale, ma di un valore annualizzato. Nessun asset ha mai avuto un simile profilo di ritorno. Poniamo di avere un portafoglio tradizionale 60/40. Se avessimo investito il 5% di quel portafoglio in Bitcoin sei o sette anni fa la performance dell'intero portafoglio sarebbe raddoppiata. Quindi, non abbiamo bisogno di molti Bitcoin per vedere i risultati.
Una cosa importante, a mio avviso, è ricordare che in giro per il mondo ci sono 190.000 miliardi di dollari di liquidità e obbligazioni, e naturalmente molti titoli di Stato che rendono zero, o comunque meno dell'1%. Onestamente, non credo che quei titoli offrano la copertura che assicuravano in passato. Se i mercati azionari subiscono oscillazioni o se l'economia rallenta, il segmento obbligazionario di questi portafogli – soprattutto per le compagnie di assicurazione che optano per una composizione 70/30 o 60/40 – non sarà in grado di coprire il calo o quanto meno l'andamento laterale dei titoli azionari. Questo è quello cui assistiamo dal 1981.
Quel portafoglio 60/40 è stato incredibile, perché ogni volta che c'era una piccola oscillazione, le obbligazioni compensavano le perdite o i minori guadagni del portafoglio azionario. Oggi la remunerazione delle obbligazioni non può scendere al di sotto dello zero e credo che la gente stia perlustrando i mercati alla ricerca di altri attivi che generino alfa o che fungano da riserva di valore. Non vi è alcun dubbio che detenere un asset con un rendimento reale negativo non serve a nessuno, né a me né a voi.
Per me l'acquisto di 100 milioni di dollari di Bitcoin da parte di MassMutual nel quarto trimestre del 2020 è stata l'operazione più importante di tutto l'anno. Abbiamo una compagnia di assicurazione molto conservatrice, con un patrimonio di 230 miliardi di dollari. Probabilmente la società ha 30-50 miliardi investiti in Treasury oppure obbligazioni e cerca verosimilmente modi per aumentare il rendimento e far fronte alle passività future. Penso, in realtà, al Bitcoin, ma anche all'oro. Penso che il Bitcoin renda più dell'oro, ma non credo che esista uno strumento che rappresenti una copertura pura per un portafoglio e che sia, naturalmente, estremamente liquido. Per l'oro il volume degli scambi è di 50.000 miliardi di dollari l'anno, mentre oggi gli scambi di Bitcoin si aggirano solo sui 5.000-6.000 miliardi di dollari.
Continuo a credere che l'oro abbia una sua collocazione nel mondo e che svolga un ruolo estremamente importante. E, tra l'altro, credo che le istituzioni non abbiano ancora aumentato la propria esposizione all'oro. Mi aspetto prossimamente un'ondata di investimenti istituzionali in oro. So che il mercato non condivide la mia convinzione. Molti pensano "Oh, il Bitcoin sta sostituendo l'oro". Non sono affatto d'accordo. Talvolta le loro funzioni si sovrappongono, ma il Bitcoin è qualcosa di reale – come ho già detto – molto di più di un semplice strumento di copertura per un portafoglio.
LOPEZ: Come affrontano le istituzioni il problema del valore o della valutazione del Bitcoin?
TAPIERO: Lo affrontiamo da una serie di prospettive diverse. Personalmente, preferisco guardare alla rete del Bitcoin e, naturalmente, anche a tutte le altre blockchain. Ci sono tante altre blockchain pubbliche e private che hanno funzioni diverse e che hanno trovato compromessi tra loro. Ma è un mondo vero e proprio che si sta espandendo: vi sono già 50-60 differenti criptovalute che rappresentano diverse blockchain e che valgono più di un miliardo di dollari.
Mi chiedo quanto valga la rete più decentrata di valore. Se l'Internet che usiamo oggi serve a inviare informazioni, quanto vale l'Internet della moneta? Deve valere più di Internet in quanto tale. E allora, quanto vale Internet? Dite la cifra che volete, ma probabilmente varrà almeno 4.000-5.000 miliardi di dollari. Non è molto, visto che Apple e Amazon valgono rispettivamente 2.000 e 1.500 miliardi di dollari. E sono solo singole società. Queste sono le mie stime, e credo siano molto conservative.
In questo settore vi sono persone convinte che il Bitcoin possa valere 100.000 miliardi di dollari. Non credo sia impossibile. Vi sono persone convinte che il Bitcoin possa raggiungere una quotazione di un milione di dollari. Non credo sia impossibile. Tuttavia, propendo più per 300-400 mila dollari, il che ci porta a 5.000-6.000 miliardi di dollari. Il calcolo sarà fatto e reso noto e poi partiremo da lì. Ma chiediamoci anche: se lei una fosse società che opera da sola, quanto le costerebbe oggi costruire quella rete? Credo migliaia di miliardi di dollari. Non credo potrebbe farlo. Non credo sia replicabile.
LOPEZ: Nell'albero decisionale di un'istituzione che voglia investire in Bitcoin, quale peso ha la regolamentazione di matrice governativa? Ha avuto modo di discutere di questo argomento con le istituzioni o della possibilità di nuove normative?
TAPIERO: Beh, al momento pensiamo che il quadro normativo sia alquanto favorevole negli Stati Uniti. Chi lavora all'OCC o alla CFTC ha una vasta esperienza con Bitcoin, dove la B maiuscola sta a indicare il concetto vero e proprio, non solo la valuta virtuale. Credo che loro sappiano che abbiamo a che fare con una nuova potente forza creativa, e non vogliono limitarne la crescita nel mondo di oggi. Ma non vogliono neanche far saltare il commercio al dettaglio e perdere una montagna di soldi; questo è ancora un mondo molto speculativo, soprattutto se usciamo dalla cerchia di Bitcoin ed ethereum.
La gente chiede sempre "il governo metterà al bando il Bitcoin"? Beh, non vedo perché dovrebbero farlo. Credo che il Bitcoin e tutto l'ecosistema degli asset digitali potrebbe essere un potentissimo motore di crescita per la nostra economia. Ritengo che possa anche creare nuovi posti di lavoro. Se fossi un legislatore democratico, preoccupato per un tasso di disoccupazione al 6,5%, che si interroga da dove scaturiranno i nuovi posti di lavoro e in quali settori probabilmente ne scompariranno definitivamente altri, sarei rassicurato nell'apprendere che tutte le aziende che lavorano nell'ambito delle criptovalute – intendo dire proprio tutte – assumono personale costantemente. È un settore molto piccolo al momento, ma sta crescendo enormemente. Credo che possa essere una parte importante della nostra economia.
LOPEZ: Prima ci ha raccontato di quando ha iniziato a comperare Bitcoin – dopo che aveva perso l'85% circa anni prima – e si è buttato anima e corpo in questa avventura. Con l'attuale quotazione di 40-50 mila dollari, come possiamo immaginare di cominciare a investire in Bitcoin?
TAPIERO: Dico a tutti la stessa cosa, ossia: non provate a fare market timing con Bitcoin. Quel che dovete fare è decidere quanto investire. Poniamo che vogliate allocare a Bitcoin il 5% del vostro portafoglio complessivo. A quel punto, fate un piano "acquisterò l'1% ogni sei settimane per i prossimi X mesi". È così che farei io. Quando si parla di una quotazione di 300-400 mila dollari, la situazione sarebbe un po' diversa: mi direi, beh, aspettiamo a vedere come vanno le cose. Ma a 30-50 mila dollari, c'è ancora tanto potenziale di rialzo. Ecco, credo che ragionerei così.
Ricordate, è un mercato estremamente volatile ed estremamente emotivo. È un nuovo asset che sta cercando la propria collocazione nel mondo. Ma tenete a mente una cosa: solo l'1-2% degli investitori del mondo è esposto al Bitcoin. È un mercato molto, molto piccolo. Se pensate a un periodo di detenzione di 10-20 anni e vi chiedete "il guadagno può essere consistente"? La risposta è sì. Guardi, ho letto dell'intenzione di NYDIG di immettere sul mercato prodotti assicurativi che utilizzano Bitcoin come asset di riferimento. Si sa che storicamente le compagnie di assicurazione hanno utilizzato le obbligazioni, ma la situazione ora è diversa. Non c'è rendimento. Se si lega un prodotto assicurativo al prezzo del Bitcoin, improvvisamente si aprono tantissime possibilità. Credo che quest'anno e il prossimo cominceremo a vedere emergere prodotti interessanti di questo genere, concepiti da professionisti che rappresentano l'avanguardia.
LOPEZ: A proposito, qual è una tendenza a lungo termine che a suo avviso emergerà il prossimo anno o negli anni a venire?
TAPIERO: Credo che un'opportunità molto interessante per le istituzioni sia rappresentata dal rendimento offerto su dollari o euro digitali, che è il mercato delle "stablecoin". È possibile acquistare Bitcoin tramite Kraken e poi prenderli e prestarli sulla piattaforma BlockFi e guadagnare il 5%-7%. Credo che le istituzioni cominceranno a effettuare operazioni di arbitraggio. Cominceranno a indebitarsi nel canali tradizionali all'1%. Quindi, si va in banca e si contrae un prestito all'1%-3%. Si prendono quei dollari, si entra nel mondo digitale e si crea un wallet. Si comprano stablecoin: si possono acquistare USDC da Circle, ma ci sono tante altre stablecoin diverse. Quelle stablecoin sono poi depositate su BlockFi, lucrando sullo spread.
Ho sentito persone dire che il rendimento è la carta vincente per l'ecosistema degli asset digitali. Credo che questa sia una tendenza molto interessante, ma non siamo neanche agli inizi!
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